mercoledì 21 ottobre 2009

Da Cagliari a Barcellona in un cielo di scie chimiche

Un mio concittadino mi ha scritto raccontandomi di un suo breve viaggio in Catalogna, regione della Spagna irrorata pesantemente e, da quello che leggo, i nostri "cugini" spagnoli si trovano nella nostra stessa situazione: cavie da laboratorio per gli scellerati esperimenti militari. A lui va il mio particolare ringraziamento e la promessa che a qualsiasi altra sua testimonianza sarà dato ampio risalto in questo blog.

Riportai nel mio
album alcune foto scattate in Spagna un anno fa e, vista questa testimonianza, la situazione peggiora di giorno in giorno.


Scrive l'ingegnere cagliaritano:

"Vorrei raccontarvi una mia breve esperienza risalente a fine settembre. Premetto che, viaggiando per lavoro, prendo spesso l’aereo per raggiungere varie città europee ed extra-europee. La mia testimonianza si riferisce al volo Cagliar- Barcellona.

Dopo il decollo verso nord (il vento veniva leggermente da maestrale) l’aereo prende quota e si avvia dritto verso il solito punto di scambio che si trova più o meno a metà dell'Isola. Dico questo, perché l’abitudine mi ha fatto notare anche i piccoli particolari di questa rotta che è la stessa (inizialmente) per molte destinazioni a nord-ovest della Sardegna. Una volta raggiunto questo punto, improvvisamente il velivolo sale repentinamente di quota con un’inclinazione forte mai riscontrata nei miei precedenti voli, dopodiché vedo dal finestrino un viavai di aerei velocissimi che rilasciano delle grosse scie bianche, passando ad incrocio più o meno sopra e sotto la nostra quota, evidentemente molto ravvicinati, mentre in lontananza riesco a scorgere altri aerei che si incrociano alla stessa maniera diverse miglia più distanti da noi.

Ad un certo punto, raggiunto il golfo di Oristano, l’aereo sul quale viaggio esegue una decisa virata verso destra (est) e passa apparentemente in una zona dove non ricordo di aver mai volato con un aereo di linea.

Compiute varie correzioni di assetto, il vettore si dirige nuovamente verso nord sino a che riesco a scorgere tra le nuvole la zona compresa tra Olbia (Costa Smeralda) e Santa Teresa di Gallura, quindi procede lungo la costa per dirigersi verso Alghero e quindi prende la rotta originaria che passa in mezzo al mare, dove costantemente mi accorgo di un traffico di 4-5 aerei velocissimi (dalla parvenza di aerei di linea) ma tutti bianchi e senza livree, che sfrecciano in lungo e in largo, passandoci vicinissimi.

Inutile descrivervi lo scenario che si presenta in cielo, perché sapete già a che cosa mi riferisco. Tra lo strato delle nuvole e la nostra quota di volo, il cielo è limpido, ma, appena sopra noi, è una coltre biancastra, un fitto coperchio evanescente ed abbagliante che fa filtrare a malapena il sole.

Arrivati sul cielo sopra la città di Barcellona, lo scenario non cambia, anzi addirittura peggiora e vedo in lontananza altri aerei che rilasciano scie, incrociandosi nelle maniere più strane, pericolosamente vicini l'un l'altro.

Circa la città di Barcellona, ho notato quanto la temperatura fosse molto più alta rispetto a quella di Cagliari, nonostante il meteo annunciasse temperature simili. Un altro aspetto che mi ha colpito di questa città, dove ho avuto l’opportunità di soggiornare parecchie volte e nella quale non mi recavo da oltre cinque anni, è la sensazione di caos, di automobilisti nervosi e spericolati (ho avuto paura che qualcuno venisse addosso al taxi che mi accompagnava in albergo in zona Sants).

Nelle poche ore che mi rimanevano libere, dopo aver presieduto riunioni lavorative, ho notato soprattutto un livello di semincoscienza generale nella gente. In tre giorni in giro per la città con i taxi, ho visto una decina di incidenti, alcuni dei quali abbastanza gravi, avvenuti in pieno centro e in zone dove non si dovrebbero raggiungere velocità elevate; addirittura la mattina della mia partenza, il taxi che mi riportava in albergo è stato tamponato da un'altro auto pubblica ad una velocità considerevole tant’è che sono stato visitato dagli operatori di un’ambulanza per l'accertamento di eventuali traumi al collo.

Ho chiesto al tassista come avesse fatto a tamponarci e lui mi ha risposto che non riusciva a capire come fosse successo, tant’è che non ha neanche frenato e ci è piombato addosso, come se non ci avesse neppure visto.

Capisco che un lavoro come il tassista può portare ad una stanchezza particolare, visto anche il traffico caotico e pericoloso della città, ma sinceramente una scena del genere mi lascia sgomento per lo stato mentale in cui versa una parte della cittadinanza.

Non so se questo sia dovuto alla vita frenetica accentuata anche dalla crisi economica che non ha risparmiato neanche la Spagna, ma non escluderei che abbia attinenza con il pesante avvelenamento dell’aria e con le irradiazioni di campi elettromagnetici, materie che cerco di approfondire in ogni momento libero della giornata.

Vi saluto, ripromettondomi di raccontarvi ancora le mie testimonianze dirette di situazioni anomale o attinenti al problema delle irrorazioni chimico-biologiche nell’atmosfera."




CHEMTRAILS DATA

lunedì 19 ottobre 2009

The poisoner (XIII)

domenica 18 ottobre 2009

Testimonianza di un pilota civile sulle scie chimiche

Pubblichiamo la testimonianza di un pilota civile circa le scie chimiche: sono dichiarazioni rilasciate al curatore del sito www.chemtrails-info.de. Non sussistono motivi per ipotizzare che il resoconto non sia autentico. Esso comprova non solo la diffusione di scie tossiche nei cieli della Germania (come altrove), ma anche le anomale manovre di volo cui sono costretti i piloti dei vettori civili per evitare di incrociare nei corridoi aerei riservati ai tankers. Esortiamo piloti civili e militari, tecnici, meteorologi, personale di bordo e delle torri di controllo etc. a seguire l’esempio dell’insider tedesco. Garantiamo l’anonimato ed assoluta riservatezza a chi deciderà di fornire informazioni sulle attività clandestine ed illegali di aerosol chimico-biologico.


Osservazione del rilascio di chemtrails per opera di due Globemaster C-17 cargo a 6.000 m di altezza sopra la Germania


Introduzione al racconto del pilota

Il curatore di questa homepage (http://chemtrails-info.de - n.d.r.) ha incontrato l’insider alcuni mesi fa. Ad un certo punto del nostro colloquio ho chiesto all’interlocutore quale fosse la sua attività professionale. Solo dopo un po’ di insistenza, ha ammesso che lavora come co-pilota nella cabina di pilotaggio di un aereo commerciale. Ho portato delicatamente il tema verso le chemtrails, chiedendo se fosse al corrente di questo termine e dell’ipotesi che si trattasse di scie di “condensa” artificiali o appunto chimiche. Dopo un po’ di esitazione ha risposto: “Sì, qualcosa ho letto in Internet”. Dopo aver messo in chiaro di essere il redattore della Homepage di http://www.chemtrails-info.de/ e di voler sapere in che modo valutava questo problema e che cosa avesse eventualmente osservato dalla cabina di pilotaggio, mi ha raccontato quanto segue:

“Inizialmente avevo i miei dubbi sugli argomenti esposti in quegli articoli che trattano delle scie chimiche in Internet e circa la corrispondenza tra questi dati ed i fatti, ma poi ho sperimentato di persona qualcosa che mi ha convinto che sono sostanze chimiche diffuse per qualche motivo e che formano quelle “scie di condensa” persistenti (non sempre, n.d.r.) che chiamano “chemtrails“.

Non avevo mosso obiezioni durante la nostra conversazione e volevo chiarire alcuni dettagli. Ho chiesto al pilota, qualche settimana dopo, un resoconto più preciso della sua esperienza.

Riporto di seguito in forma letterale. la sua descrizione scritta il 17/08/2009. Soltanto le intestazioni sono inserzioni editoriali; i commenti aggiunti sono segnalati come tali.

Strane istruzioni di climb (salita) per opera della torre di controllo

“Dopo il decollo dall’aeroporto di Francoforte sul Meno, eravamo in rateo di salita a nord di Norimberga. Erano le 14.00. La visibilità era molto buona: non passavamo attraverso nubi di alcun tipo. Quel giorno sul territorio tedesco c’era un’aerea di alta pressione molto estesa.

Superando circa gli 11-12.000 piedi, ci passano al successivo settore radar che dà il via libera per l’ulteriore salita. Questi permessi sono regolati in maniera abbastanza generosa. Così il ‘ Radar Monaco’ ci dà il via libera sul piano volo FL250, ossia sui 25.000 piedi. Quel giorno, però, non è accaduto. Il via libera seguente avveniva in passaggi di 1.000 piedi. Il primo avviso del controllore era “climb 14.000 feet” (“sali a 14.000 piedi”, n.d.r.). Il prossimo “climb è a 15.000 feet”, l’altro “climb 16.000 feet”.

Sapevamo che ci dovevano essere vettori sopra di noi che stavano percorrendo la stessa rotta ma che salivano più lentamente rispetto a come l’avremmo potuto fare noi, o perché non potevano o perché non volevano.

Sul cosiddetto T.C.A.S. (Traffic Collision and Avoidance System), uno strumento di controllo con cui si osserva lo spazio aereo intorno al proprio velivolo, notavamo un traffico alla nostra destra e un po’ più in basso rispetto a noi. Visto che il tempo era buono, cercavamo di vedere il traffico che doveva esserci sopra di noi. Non tardò a presentarsi.


Due aerei cargo del tipo Globemaster C-17 rilasciano chemtrails dal profilo alare



Si notava un imponente velivolo da trasporto Globemaster C-17 a 18.000 piedi (6.000 m). Basandoci sulle nostre osservazioni con il T.C.A.S., sospettavamo che incrociasse un altro velivolo dello stesso tipo qualche miglia indietro alla stessa altitudine. Non potevamo inquadrarlo, ma sono sicuro che c’era un secondo aereo. Quello che potevamo, invece, vedere era una grossa scia dietro l’aereo. A questa altitudine ed in questa stagione non era un fenomeno da aspettarsi. Aerei che volavano molto più in alto e ancora chiaramente visibili non rilasciavano scie. Deve essersi trattato di una dispersione di sostanze non spiegabili con il solito rilascio di gas di scarico dei motori convenzionali.

(Aggiunta Red.: Durante la conversazione precedente avevo chiesto se le scie fuoriuscissero dai motori del Globemaster C-17. Il testimone ha risposto: “Indubbiamente no”. Quindi le sostanze uscivano evidentemente da speciali ugelli posti sui bordi alari del velivolo.


Altre osservazioni del pilota circa l’aumento delle scie chimiche

Nella mia vita quotidiana professionale (da pilota n.d.r.) mi sono reso conto che queste irrorazioni sono aumentate molto negli ultimi anni. Ho potuto osservare per tutta l’estate del 2009 queste operazioni di diffusione di “strati di nebbia alta” e soprattutto ad altitudini comprese tra i 18.000 ed i 35.000 piedi (6.000 / 12.000m) .


Come distinguere in alto la nebbia prodotta da scie chimiche dalla nebbia di condensa

Spesso non è facile distinguere una scia di condensa da una scia chimica. Tutti i giorni vedo aerei ad alta quota, talora anche ravvicinati tra loro, quando le rotte si incrociano. In questi casi, si può riconoscere bene com’è una scia di condensa e com’è una scia chimica. Si può distinguere dal loro comportamento nell’aria. Mentre una scia di condensa è leggera e sottile ed evapora rapidamente (senza lasciare traccia - n.d.r.), le scie chimiche sono pesanti, pigre e quasi compatte. Inoltre si comportano di conseguenza. Capita di lasciare un aeroporto la mattina dove sono state rilasciate scie chimiche. Tornando ore dopo, le troviamo ancora lì e sono diventate un velo grigio, mentre attorno il tempo è diverso.


Aumento massiccio delle scie chimiche in quota

Quando ci troviamo in volo, attraversiamo, talvolta per ore, aeree di nebbie alte (chimiche, n.d.r.). Ho compiuto spesso questa osservazione ovvero che ci sono sempre di più irrorazioni e sempre più pesanti. Non posso fornire delle prove, ma vedo le cose in questo modo.

Ulteriori note all’intervista a voce

Fin qui il racconto del pilota. E’ importante notare che alla quota indicata (18.000 piedi, che corrispondono a circa 6000 metri di altezza) le contrails (le scie di condensazione normali) non possono formarsi, come dimostrava d'altronde il resto del traffico aereo. Quindi si trattava di un’azione di irrorazione deliberata di scie chimiche da parte di due aerei cargo.

Inoltre il pilota raccontava che le comunicazioni del centro di controllo di volo con gli aerei che irroravano avvenivano su una frequenza radio completamente diversa da quella assegnata agli aerei di linea.

Questo suggerisce che i velivoli chimici avevano un "trattamento" diverso rispetto al traffico di linea (privilegiati probabilmente a causa di ordini dall’alto) e dovrebbe essere noto ai responsabili delle torri di controllo che si tratta di voli speciali per la modificazione atmosferica. Non stupisce che gli impiegati delle torri di controllo o l’U.B.A. non diano (o non vogliono o non possono dare) risposte su questi voli, una volta che viene chiesto loro di fornire informazioni.

Comunque, sollecitati a rispondere alle domande di un giornalista svizzero, alcuni piloti hanno ammesso che tali voli non sono stati registrati nei logs ufficiali.

Non bisogna stupirsi che, di fronte a tanta segretezza e di fronte alla negazione delle scie chimiche a tutti i livelli, i nostri politici, i meteorologi etc. possono continuare a mentire ancora, negando i voli chimici o adducendo deboli argomentazioni per tentare di smentire questa realtà.


Link al testo originale

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Ringraziamo XXX per la traduzione.





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Range finder: come si sono svolti i fatti

giovedì 15 ottobre 2009

La stampa francese: "A gennaio Israele attaccherà l'Iran"

Israele starebbe preparando un attacco alle installazioni nucleari iraniane da effettuare dopo il prossimo dicembre: è quanto riporta il settimanale francese Le Canard Enchainè. Secondo fonti francesi citate dal settimanale, le forze armate israeliane avrebbero ordinato da un fornitore d'Oltralpe razioni da combattimento per le proprie unità di elite e a tutti i riservisti attualmente all'estero sarebbe stato ordinato di fare rientro alle proprie unità entro dicembre.

Attacchi mirati - Inoltre, nella sua breve visita in Francia il Capo di stato maggiore israeliano, generale Gabi Ashkenazi, avrebbe rivelato all'omologo francese Jean-Louis Georgelin che lo Stato ebraico "non bombarderà l'Iran, ma potrebbe condurre operazioni terrestri nella zona". Infine, Israele starebbe pianificando attacchi mirati contro gli scienziati nucleari iraniani e si starebbe preparando ad azioni militari contro le milizie sciite libanesi di Hezbollah e l'organizzazione estremista palestinese di Hamas.

Khamenei in coma - Le indiscrezioni sull'attacco imminente israeliano contro l'Iran fanno il paio con quelle seconco cui l'ayatollah Ali Khamenei, Guida Suprema iraniana, ritenuto in coma. La notizia è stata data dal giornalista americano Michael Ledeen e nel giro di poche ore ha fatto il giro dei blog iraniani, tanto che diverse persone sarebbero già scese in piazza a Teheran. Ledeen gha spiegato: "Questa notizia mi arriva da una persona che si trova nella posizione di conoscere queste cose. So bene che è facile essere tratti in inganno, ma stavolta la fonte della notizia è eccellente". Leeden è stato consulente del Dipartimento di Stato americano e dei servizi di intelligence israeliani ed è esperto di terrorismo e politica estera. "Sto verificando ed invito tutti a fare altrettanto, la notizia è che lunedì pomeriggio, alle 14,15 ora locale, Khamenei ha avuto un collasso ed è stato trasportato nella sua clinica privata" insiste il giornalista e blogger.

Prove dell'offensiva a Creta - Già dal 28 maggio al 18 giugno dell'anno scorso oltre cento caccia F16 e F15, con l’ausilio di aerei per il rifornimento in volo, condussero una missione di 1.500 chilometri, la stessa distanza che divide lo Stato ebraico dall’impianto nucleare iraniano di Natanz, in quella che fu battezzata con il nome di operazione Glorious Spartan. In quella occasione Mohammed El Baradei, il direttore dell’Aiea, l’ente per l’energia atomica dell’Onu, commentò la notizia delle simulazioni di attacco israeliano all'Iran con queste parole: "E' la peggiore opzione possibile. Trasformerebbe la regione in una palla di fuoco. Se l’Iran non sta già costruendo armi nucleari, lo farà in modo accelerato con la benedizione di tutta la popolazione".


Fonte: Tiscali.it
15 ottobre 2009



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Range finder: come si sono svolti i fatti

domenica 4 ottobre 2009

Testimonianza di un pilota civile sulle scie chimiche

Pubblichiamo la testimonianza di un pilota civile circa le scie chimiche: sono dichiarazioni rilasciate al curatore del sito www.chemtrails-info.de. Non sussistono motivi per ipotizzare che il resoconto non sia autentico. Esso comprova non solo la diffusione di scie tossiche nei cieli della Germania (come altrove), ma anche le anomale manovre di volo cui sono costretti i piloti dei vettori civili per evitare di incrociare nei corridoi aerei riservati ai tankers. Esortiamo piloti civili e militari, tecnici, meteorologi, personale di bordo e delle torri di controllo etc. a seguire l’esempio dell’insider tedesco. Garantiamo l’anonimato ed assoluta riservatezza a chi deciderà di fornire informazioni sulle attività clandestine ed illegali di aerosol chimico-biologico.


Osservazione del rilascio di chemtrails per opera di due Globemaster C-17 cargo a 6.000 m di altezza sopra la Germania


Introduzione al racconto del pilota

Il curatore di questa homepage (http://chemtrails-info.de - n.d.r.) ha incontrato l’insider alcuni mesi fa. Ad un certo punto del nostro colloquio ho chiesto all’interlocutore quale fosse la sua attività professionale. Solo dopo un po’ di insistenza, ha ammesso che lavora come co-pilota nella cabina di pilotaggio di un aereo commerciale. Ho portato delicatamente il tema verso le chemtrails, chiedendo se fosse al corrente di questo termine e dell’ipotesi che si trattasse di scie di “condensa” artificiali o appunto chimiche. Dopo un po’ di esitazione ha risposto: “Sì, qualcosa ho letto in Internet”. Dopo aver messo in chiaro di essere il redattore della Homepage di http://www.chemtrails-info.de/ e di voler sapere in che modo valutava questo problema e che cosa avesse eventualmente osservato dalla cabina di pilotaggio, mi ha raccontato quanto segue:

“Inizialmente avevo i miei dubbi sugli argomenti esposti in quegli articoli che trattano delle scie chimiche in Internet e circa la corrispondenza tra questi dati ed i fatti, ma poi ho sperimentato di persona qualcosa che mi ha convinto che sono sostanze chimiche diffuse per qualche motivo e che formano quelle “scie di condensa” persistenti (non sempre, n.d.r.) che chiamano “chemtrails“.

Non avevo mosso obiezioni durante la nostra conversazione e volevo chiarire alcuni dettagli. Ho chiesto al pilota, qualche settimana dopo, un resoconto più preciso della sua esperienza.

Riporto di seguito in forma letterale. la sua descrizione scritta il 17/08/2009. Soltanto le intestazioni sono inserzioni editoriali; i commenti aggiunti sono segnalati come tali.

Strane istruzioni di climb (salita) per opera della torre di controllo

“Dopo il decollo dall’aeroporto di Francoforte sul Meno, eravamo in rateo di salita a nord di Norimberga. Erano le 14.00. La visibilità era molto buona: non passavamo attraverso nubi di alcun tipo. Quel giorno sul territorio tedesco c’era un’aerea di alta pressione molto estesa.

Superando circa gli 11-12.000 piedi, ci passano al successivo settore radar che dà il via libera per l’ulteriore salita. Questi permessi sono regolati in maniera abbastanza generosa. Così il ‘ Radar Monaco’ ci dà il via libera sul piano volo FL250, ossia sui 25.000 piedi. Quel giorno, però, non è accaduto. Il via libera seguente avveniva in passaggi di 1.000 piedi. Il primo avviso del controllore era “climb 14.000 feet” (“sali a 14.000 piedi”, n.d.r.). Il prossimo “climb è a 15.000 feet”, l’altro “climb 16.000 feet”.

Sapevamo che ci dovevano essere vettori sopra di noi che stavano percorrendo la stessa rotta ma che salivano più lentamente rispetto a come l’avremmo potuto fare noi, o perché non potevano o perché non volevano.

Sul cosiddetto T.C.A.S. (Traffic Collision and Avoidance System), uno strumento di controllo con cui si osserva lo spazio aereo intorno al proprio velivolo, notavamo un traffico alla nostra destra e un po’ più in basso rispetto a noi. Visto che il tempo era buono, cercavamo di vedere il traffico che doveva esserci sopra di noi. Non tardò a presentarsi.


Due aerei cargo del tipo Globemaster C-17 rilasciano chemtrails dal profilo alare



Si notava un imponente velivolo da trasporto Globemaster C-17 a 18.000 piedi (6.000 m). Basandoci sulle nostre osservazioni con il T.C.A.S., sospettavamo che incrociasse un altro velivolo dello stesso tipo qualche miglia indietro alla stessa altitudine. Non potevamo inquadrarlo, ma sono sicuro che c’era un secondo aereo. Quello che potevamo, invece, vedere era una grossa scia dietro l’aereo. A questa altitudine ed in questa stagione non era un fenomeno da aspettarsi. Aerei che volavano molto più in alto e ancora chiaramente visibili non rilasciavano scie. Deve essersi trattato di una dispersione di sostanze non spiegabili con il solito rilascio di gas di scarico dei motori convenzionali.

(Aggiunta Red.: Durante la conversazione precedente avevo chiesto se le scie fuoriuscissero dai motori del Globemaster C-17. Il testimone ha risposto: “Indubbiamente no”. Quindi le sostanze uscivano evidentemente da speciali ugelli posti sui bordi alari del velivolo.


Altre osservazioni del pilota circa l’aumento delle scie chimiche

Nella mia vita quotidiana professionale (da pilota n.d.r.) mi sono reso conto che queste irrorazioni sono aumentate molto negli ultimi anni. Ho potuto osservare per tutta l’estate del 2009 queste operazioni di diffusione di “strati di nebbia alta” e soprattutto ad altitudini comprese tra i 18.000 ed i 35.000 piedi (6.000 / 12.000m) .


Come distinguere in alto la nebbia prodotta da scie chimiche dalla nebbia di condensa

Spesso non è facile distinguere una scia di condensa da una scia chimica. Tutti i giorni vedo aerei ad alta quota, talora anche ravvicinati tra loro, quando le rotte si incrociano. In questi casi, si può riconoscere bene com’è una scia di condensa e com’è una scia chimica. Si può distinguere dal loro comportamento nell’aria. Mentre una scia di condensa è leggera e sottile ed evapora rapidamente (senza lasciare traccia - n.d.r.), le scie chimiche sono pesanti, pigre e quasi compatte. Inoltre si comportano di conseguenza. Capita di lasciare un aeroporto la mattina dove sono state rilasciate scie chimiche. Tornando ore dopo, le troviamo ancora lì e sono diventate un velo grigio, mentre attorno il tempo è diverso.


Aumento massiccio delle scie chimiche in quota

Quando ci troviamo in volo, attraversiamo, talvolta per ore, aeree di nebbie alte (chimiche, n.d.r.). Ho compiuto spesso questa osservazione ovvero che ci sono sempre di più irrorazioni e sempre più pesanti. Non posso fornire delle prove, ma vedo le cose in questo modo.

Ulteriori note all’intervista a voce

Fin qui il racconto del pilota. E’ importante notare che alla quota indicata (18.000 piedi, che corrispondono a circa 6000 metri di altezza) le contrails (le scie di condensazione normali) non possono formarsi, come dimostrava d'altronde il resto del traffico aereo. Quindi si trattava di un’azione di irrorazione deliberata di scie chimiche da parte di due aerei cargo.

Inoltre il pilota raccontava che le comunicazioni del centro di controllo di volo con gli aerei che irroravano avvenivano su una frequenza radio completamente diversa da quella assegnata agli aerei di linea.

Questo suggerisce che i velivoli chimici avevano un "trattamento" diverso rispetto al traffico di linea (privilegiati probabilmente a causa di ordini dall’alto) e dovrebbe essere noto ai responsabili delle torri di controllo che si tratta di voli speciali per la modificazione atmosferica. Non stupisce che gli impiegati delle torri di controllo o l’U.B.A. non diano (o non vogliono o non possono dare) risposte su questi voli, una volta che viene chiesto loro di fornire informazioni.

Comunque, sollecitati a rispondere alle domande di un giornalista svizzero, alcuni piloti hanno ammesso che tali voli non sono stati registrati nei logs ufficiali.

Non bisogna stupirsi che, di fronte a tanta segretezza e di fronte alla negazione delle scie chimiche a tutti i livelli, i nostri politici, i meteorologi etc. possono continuare a mentire ancora, negando i voli chimici o adducendo deboli argomentazioni per tentare di smentire questa realtà.


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Ringraziamo XXX per la traduzione.



venerdì 2 ottobre 2009

La misteriosa scomparsa di Franco Caddeo

Il 29 agosto 2009 è scomparso Franco Caddeo, attivista contro le scie chimiche ed impegnato anche a denunciare le esercitazioni militari nei poligoni sardi dove si impiegano munizioni contenenti uranio impoverito, le cui nanoparticelle sono causa di tumori e di linfomi non Hodgkin. Pochissimi sono stati gli articoli delle testate locali dedicati alla misteriosa sparizione e suscita legittimi sospetti il completo silenzio dei media nazionali. Sull'episodio, noto quasi esclusivamente agli attivisti, è quindi presto calato il sipario.

Franco Caddeo, per alcuni mesi, intervenne in modo molto incisivo sul forum di Luogocomune, prima che si stabilisse di ristrutturare l'area delle discussioni e di introdurre un assurdo regolamento che, di fatto, favoriva gli occultatori e costringeva, invece, i ricercatori indipendenti ad acrobatiche circonlocuzioni per non incorrere nelle rampogne dei moderatori o, peggio, nel bando dal forum. Per ragioni che non sono chiare, ma certamente influirono le divergenze ed incomprensioni con Massimo Mazzucco, Caddeo decise di abbandonare la lotta.

Pare che, negli ultimi tempi, Caddeo avesse concepito incautamente il proposito di appoggiarsi ai Russi per la sua denuncia contro le chemtrails, ignorando che la superpotenza è pesantemente coinvolta nelle manipolazioni climatiche, nell'uso delle onde elettromagnetiche sia a fini militari sia per il controllo mentale, proprio come gli Stati Uniti, i paesi aderenti alla N.A.T.O. e la Cina. Tenendo conto di tutti questi elementi, si possono formulare alcune ipotesi sulla sparizione di Caddeo.

- Si è trattato di un naufragio

- Caddeo ha preso la risoluzione di dileguarsi per sfuggire a pericolosi personaggi

- L'attivista, forse a conoscenza di segreti scottanti, è rimasto vittima di qualche operazione dei servizi

Naturalmente auspichiamo che i familiari possano riabbracciare quanto prima il loro congiunto.

Riportiamo un ampio stralcio di un articolo tratto dal quotidiano L'Unione sarda, concernente una scomparsa non priva di strani particolari.


"Le acque di Capo Mannu nascondono un drammatico mistero. Dopo quattro giorni di ansia a preoccupazione le ricerche di Franco Caddeo continuano a essere vane: anche ieri per i soccorritori è stata una giornata di lavoro duro e inutile. E ora le domande si moltiplicano. Che cosa è successo venerdì pomeriggio al largo di Putzu Idu? Perché dell'antennista di Oristano non si trova più nessuna traccia? Del caso si occupa ora anche la Procura della Repubblica di Oristano: i Carabinieri della stazione di San Vero Milis hanno trasmesso al magistrato di turno tutte le comunicazioni sulla storia di Capo Mannu.

Da venerdì pomeriggio, quando la motovedetta della polizia ha trovato alla deriva il gommone che Franco Caddeo aveva noleggiato la mattina a Putzu Idu, il caso è diventato sempre più complicato, non soltanto perché, al momento del ritrovamento, il motore era ancora acceso, ma anche perché a distanza di quattro giorni Guardia costiera, Carabinieri e Polizia non hanno recuperato neanche un indizio. Neppure un oggetto che appartenga a Franco Caddeo. La crema solare e le canne da pesca che stava usando venerdì mattina sono rimaste tutte sul gommone, ma egli è scomparso nel nulla. Le speranze di ritrovarlo vivo, magari ferito, dopo oltre cento ore cominciano a ridursi al lumicino. Ma allo stesso tempo non si capisce che cosa sia accaduto: un semplice incidente, magari dovuto ad un malore improvviso?

I familiari del quarantanovenne non si arrendono, nonostante la disperazione: «Fino a quando non troveremo qualche indizio utile noi di sicuro non ci fermeremo. Porteremo avanti le ricerche ad oltranza, anche da soli: non ci diamo per vinti, fino a quando non riusciremo a capire meglio che cosa è successo a Franco. Per il momento ovviamente continuiamo a sperare»" [...].


Leggi qui l'articolo pubblicato dal quotidiano L'unione sarda.