Questo ricercatore, che è stato Direttore dell'Istituto per la Medicina clinica e sperimentale di Novosibirsk, ha condotto per vent'anni inusuali esperimenti con coppie di colture cellulari. Questi esperimenti, vitali per comprendere la malattia e la guarigione, hanno provato che ogni degenerazione cellulare e patterns letali possono essere trasmessi per via elettromagnetica e che questi patterns possono essere indotti in cellule bersaglio con l'assorbimento di radiazioni.
Negli esperimenti, due contenitori sigillati (vedi figura a fianco) ed identici sono collocati l'uno accanto all'altro, con una schermatura che separa i contenitori, ma con una giuntura ottica tra le due parti dell'apparato. Un tessuto viene scisso in due campioni identici e ciascun campione è collocato in ognuna delle due parti dell'apparato. Le cellule di un campione vengono quindi sottoposte ad un agente patogeno (un virus, un batterio, un veleno, radiazione nucleare, radiazione ultravioletta mortale etc.). Se la finestra ottica è costituita da vetro, le cellule sane dall'altra parte restano sane. Se, invece, la sottile finestra ottica è di quarzo, la malattia causata nel campione infetto si manifesta anche nel campione sano. Ciò accade in circa il 70-80 per cento dei casi.
Gli studi condotti da Kaznacheyev e da Gurvitsch hanno dimostrato che le cellule infette, quando muoiono, rilasciano fotoni nello spettro dell'infrarosso prossimo. Il vetro è opaco a questi fotoni e li assorbe, mentre passano attraverso il quarzo. Il più delle volte, la coltura sana che assorbe i fotoni letali rivela sintomi degenerativi e muore.
Gli esperimenti del biologo russo provano che le malattie cellulari ed i relativi patterns si trasmettono elettromagneticamente.
I risultati di tali ricerche potrebbero essere collegate alle proprietà piezoelettriche del quarzo? L'infame operazione "scie chimiche" mette in campo tutte le più disparate e spesso meno note risorse scientifiche per nuocere alle persone ed alla biosfera: quindi non si può escludere che i cristalli di quarzo, contenuti nelle chemtrails, siano volti a facilitare la trasmissione degli agenti patogeni, in primo luogo i virus. In questo periodo, si disquisisce, spesso a sproposito o con intenti di disinformazione circa il patogeno influenzale H1N1. Sarà opportuno quindi rammentare che cos'è veramente un virus, evidenziando la sua singolare natura, per così dire, poco naturale. Rimandiamo quindi alla lettura dell'articolo intitolato Virus di Alessio Feltri: è studio non recentissimo, ma sempre istruttivo.
Fonti:
C. Penna, Popp, i biofotoni, il cancro ed il D.N.A., 2009
A. Feltri, Virus, 2006
Autore non indicato, The Kaznacheyev experiments
Testo della conferenza tenuta da D. Wilcock, Enigma 2012, tradotto dal gentilissimo Richard di AG
ARCHI CHIMICI
Come ha raccontato Finley, il 16 giugno 2006, mentre guidava nella Statale 1 vicino a Victoria (British Columbia), "Mi fermai per vedere una piatta nuvola bianca, incredibilmente bianca, incredibilmente ampia. Era sconvolgente da vedere".
La luce solare riflessa da quella enorme nuvola innaturale attraverso la sua sfumata visiera solare "occultava" il sole, come ha detto lui, in strisce prismatiche: "tutto rosa, verde e viola". Una tale "birifrangenza", ha spiegato Finley, "non si verifica mai con il vapore acqueo, perché la separazione dei colori si ha solo in un sistema di rifrazione cristallino".
Tali interferenze prismatiche con lunghezze d'onda luminose avvengono solo con "materiale solido estremamente, estremamente fine", ha spiegato di nuovo Finley. Queste fini particelle sospese "generano campi di interferenza attorno ad ogni particella, cambiando il colore della luce".
Finley ha detto che si stava riferendo specificamente agli agenti chimici rilasciati artificialmente nel cielo da "aviocisterne" (rame, quarzo, alluminio, bario etc.).
Mentre il vapore acqueo che si solidifica in cristalli di ghiaccio ad elevate altitudini può predisporre dei "paraeli" (cerchi luminosi) attorno al Sole e un'occasionale aureola attorno alla luna, gli oleosi colori dell'arcobaleno visti molto più comunemente nelle scie dei jets e nelle nuvole artificiali sono firme chimiche, ha riferito.
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