domenica 28 dicembre 2008

I giornalisti, gli avvelenatori e le menzogne del potere (art. di Corrado Penna)

Quando i giornalisti scrivono (bontà loro) qualche mezza verità, il sistema basato sulle menzogne al quale devono comunque obbedire, li costringe quasi sempre ad aggiungere ai loro articoli delle “dichiarazioni ufficiali” che contraddicono quanto rivelato dai giornalisti nelle loro inchieste. In tal modo la verità viene sì enunciata, ma al tempo stesso viene resa meno credibile, posta in dubbio dalle dichiarazioni di "scienziati" corrotti, enti ufficiali direttamente implicati in operazioni criminali etc.

Ad esempio, il 30 agosto 2001
Andrea Graves scrisse un articolo interessantissimo dal titolo “L’induzione artificiale della pioggia legata al diluvio assassino” (vedi link all’articolo originale in inglese sul Newscientist). In tale articolo, si mostra che sono emerse nuove prove (presentate persino in un programma della Radio 4 della B.B.C. dal titolo “Il giorno in cui fecero piovere”) a sostegno dell’ipotesi che l’alluvione che spazzò via, nel 1952, un piccolo centro della Gran Bretagna (Lynmouth, nel Devon) causando 35 morti, fu originata da un esperimento militare di induzione artificiale della pioggia. A dispetto delle scontate dichiarazioni ufficiali che smentivano la realizzazione di esperimenti di inseminazione delle nuvole (per provocare artificialmente la pioggia) in tempi così lontani, sono stati scoperti dei documenti declassificati i quali mostrano quanto segue (riporto le testuali parole dell’articolo nella mia traduzione):

a) “Gli scienziati britannici avevano lavorato in tandem con l’Aeronautica militare britannica (R.A.F., Royal Air Force) per cercare di indurre la pioggia nella settimana in cui avvenne il disastro”.

b) “I militari erano interessati ad usare la pioggia per indurre acquazzoni, per ostacolare i movimenti nemici, per dissipare la nebbia sopra gli aeroporti e persino per aumentare il livello di dispersione radioattiva delle armi atomiche”.

Inquietanti poi le parole di un testimone oculare dell’alluvione del 1952: “Non avevo mai visto un cielo di quel colore – giallastro, grigiastro, porpora – era inquietante”.

Ecco, fin qui l’articolo sembra una valida inchiesta che svela come la guerra ambientale (denunciata in Italia dal
Generale Fabio Mini) non sia cominciata recentemente (come mostra, ad esempio, l’alluvione artificialmente indotta in Sardegna), ma in tempi molto più lontani. Poiché, però, il sistema impone ai giornalisti di intrecciare la menzogna delle autorità e degli enti ufficiali alla ricerca della verità, ecco, che nel seguito dell’articolo, troviamo le dichiarazioni “rassicuranti” di un "esperto".

a) J.D. Dutton, Presidente della Dyn-0-Mat, un’azienda della Florida che produce fiocchi gelatinosi (su brevetto Peter Cordani) usati per inseminare le nuvole e controllare le precipitazioni, dichiara (e ti pareva!): “Usiamo le più recenti tecnologie dei sistemi radar che ci permettono di sapere quanta umidità c’è nell’aria, in maniera tale che possiamo stimare la quantità di gel da disperdere sulla formazioni nuvolose” (oh, che bello disperdono gel sopra le nuvole, ma che simpatica trovata e poi ce lo ritroviamo nei polmoni quando scende al suolo, vero? E siamo sicuri che il gel sia disperso solo per favorire la pioggia? Il brevetto spiega l'esatto contrario! Il cielo in questi giorni ha una orribile consistenza bianchiccia anche fra un nuvola e l’altra).

b) Dello stesso giornalista che scrive: “Negli ultimi 50 anni l’inseminazione delle nuvole è stata portata avanti nel tentativo di alleviare la siccità e di indurre le nevicate in prossimità delle stazioni sciistiche” (oh grazie, prima ci tolgono la pioggia con le irrorazioni chimiche e poi ci raccontano che stanno lavorando per noi, preparando in un prossimo futuro una giustificazione ufficiale alle irrorazioni “per il nostro bene,” basata sulla
mistificazione del cosiddetto "cambiamento climatico" indotto dal CO2 come causa della siccità).

c) Meteorologi della Reading University dichiarano al giornalista: “L’induzione artificiale della pioggia ha pochissima credibilità nella comunità scientifica” (e noi ci crediamo, certo, come crediamo ai meteorologi che in Sardegna non hanno previsto in tempo un fronte temporalesco di 100 km "che si muoveva lentamente", parole testuali del responsabile S.A.R. Alessandro Delitala) e poi ancora (Brian Hoskins): “Dubito molto che qualcuno potesse essere in grado di influenzare le nuvole”, per finire con la rassicurazione dell’ennesimo meteorologo (Anthony Illingworth) che afferma :“Poiché la pioggia è molto variabile da un giorno all’altro, è incredibilmente difficile capire se si sia riusciti a fare qualcosa oppure no”.

A questo punto il lettore medio, che leggendo l’inizio dell’articolo avrebbe potuto preoccuparsi sinceramente per gli esperimenti militari di controllo climatico e magari anche operare qualche collegamento con quanto avviene oggigiorno, viene tranquillizzato con dichiarazioni mendaci, tese a mostrare che la nostra tecnologia non è così potente da manipolare le forze della natura. Il cittadino viene confuso ed abbindolato dalle persone di cui generalmente si fida (i meteorologi), quando deve decidere se fare una scampagnata la domenica o se deve prendere l’ombrello per andare al lavoro. Intanto il giornalismo d’inchiesta si mescola al giornalismo di regime in una miscela in cui solo l’occhio attento e la mente allenata sanno discernere il falso dal vero.

Ma non vi preoccupate: la verità sull’alluvione di Lynmouth spunterà fuori, perché i geologi della British Geological Survey (Rilevazione Geologica Britannica) stanno studiando i sedimenti di Lynmouth per verificare la presenza di ioduro d’argento (il composto usato per indurre artificialmente le precipitazioni). Ben sapendo come la rete dei geologi in Italia si adoperi per occultare la verità sulle irrorazioni chimiche, c’è ben poco da sperare che la verità venga a galla.

Da un altro articolo pubblicato sul sito della B.B.C. ho scoperto che i sopravvissuti all'alluvione (avuto sentore degli esperimenti climatici in concomitanza col disastro) chiesero l'avvio di un'inchiesta che non fu mai loro concessa, mentre il Ministero della Difesa smentì categoricamente ogni responsabilità. Per avere un'idea del disastro che si abbattè su quella zona riporto il fatto che furono raccolte 300.000 sterline (ai tempi!) per un fondo di solidarietà con le vittime dell'alluvione (ma potete anche guardare il video presente nella pagina già citata della B.B.C.).

A questo punto, per ribadire come le modificazioni climatiche siano state pesantemente perpetrate dalle strutture militari, credo sia il caso di ricordare le parole del Tenente Generale Fabio Mini (notare le dichiarazioni evidenziate in grassetto):

“La guerra ambientale in qualunque forma, è proibita dalle leggi internazionali. Le Nazioni Unite, fin dal 1977, hanno approvato la convenzione contro le modifiche ambientali, il che rende ingiustificabile qualsiasi guerra proprio per i suoi effetti sull'ambiente, ma come succede a molte convenzioni, quella del 1977 è stata ignorata ed i militari hanno anzi accelerato la ricerca e l'applicazione delle tecniche di modificazione del tempo e del clima, facendole passare alla clandestinità. Se prima di quella data, l’uso delle devastazioni ambientali era chiaro e se le modifiche ambientali anche gravissime erano codificate e persino elevate al rango di sviluppo strategico o di progresso tecnologico, oggi non si sa più dove si diriga la ricerca e come si orientino le nuove armi”.

È il caso anche di ricordare come avviene l’induzione artificiale delle precipitazioni, ovvero con la dispersione sulle nuvole di composti che fungano da nuclei di condensazione intorno ai quali il vapore si trasforma in goccioline d’acqua. Come viene correttamente scritto nell’articolo citato, “in circostanze naturali l’acqua si condensa intorno a granelli di polvere o sale e forma cristalli di ghiaccio che attirano altre goccioline, fino a quando le gocce sono abbastanza pesanti da cadere [al suolo]”.

Per finire ricordiamo le date di due brevetti per la modificazione climatica:

- 2550324 - 1951 – Procedimento per il controllo climatico [Process For Controlling Weather]

- 2582678 - 1952 – Apparato per la disseminazione di materiali dagli aerei [Material Disseminating Apparatus For Airplanes]

Ogni riferimento è puramente voluto.


Corrado Penna (Fisico)

venerdì 26 dicembre 2008

Non dimentichiamo il 22 ottobre 2008 - Inferno di acqua e fango: è strage

AERONET_Rome_Tor_Vergata_2008-19-Ottobre_aquaAbbiamo detto e ridetto che i servizi meteo nazionali coprono le operazioni di aerosol sui nostri cieli. Vediamo ora nel dettaglio come ha pubblicamente trattato l'argomento il servizio agrometeorologico della Sardegna (S.A.R.) in occasione del disastro del 22 ottobre scorso.

La gente è portata a dimenticare in fretta e, se avessimo subìto solo danni materiali, probabilmente non sarei ritornato a parlarne, ma sono morti inermi cittadini, sepolti sotto il fango. Non il fango assassino ma il fango formatosi da una delle più grandi perturbazioni che la Sardegna ricordi.

Gli assassini sono da qualche parte, in libertà, e prima o poi la Giustizia ne avrà ragione.

Per non restare sull'astratto, noi abbiamo la convinzione, suffragata da video, foto, osservazioni costanti dei nostri cieli, che qualcuno stia manipolando il clima, pilotando, aumentando o riducendo le perturbazioni in modo scientifico. Come mai sosteniamo che il 22 ottobre scorso qualcuno sapesse e ha taciuto?

Partiamo dalle previsioni del tempo del 21 ottobre 2008. Io non so da dove ricavino le previsioni meteo quelli del S.A.R., ma visto che sono pagati dalla Regione, suppongo che le elaborino in casa propria con l'ausilio del servizio meteo dell'aeronautica italiana. Ma non ne ho la certezza. So soltanto che hanno pubblicato queste previsioni appena qualche ora prima del disastro, esattamente alle 11,45 del 21 ottobre, circa 18 ore prima dello scatenarsi dell'inferno.


Il bollettino per la mattina in zona Sud Sardegna recita:

Cielo: molto nuvoloso. Precipitazioni: temporali. Altri fenomeni: assenti. Venti: deboli da Sud-Est. Temperature massime: in diminuzione.

La mattina seguente sulla zona del Cagliaritano si è abbattuto un uragano con un fronte ciclonico di 100 Km e 400 mm d'acqua. Per intenderci, 100 Km è orientativamente la larghezza della Sardegna, il che significa che nessuno degli esperti notò che stava arrivando su Cagliari una perturbazione grande quanto la Sardegna stessa. Eppure erano tutti al lavoro, non era il giorno di Natale o la notte di Capodanno; era un semplicissimo martedì feriale di fine ottobre (e se non erro, il S.A.R. lavora anche il martedì sera, o sbaglio?).

A che serve il S.A.R., a dirci che oggi piove? Che non piove? Che tira vento? Che c'è bonaccia?
Grazie, facciamo prima ad affacciarci alla finestra ed a verificarlo. GRATIS.

400 mm di pioggia è la media sarda annua (è noto che siamo un'isola siccitosa), millimetro più, millimetro meno. Ebbene, questa quantità è caduta in mezza mattina. Un inferno.

Il giorno dopo, apparve un'intervista dell'Unione Sarda (tiratura 80.506 copie) al responsabile del S.A.R. Vediamo cosa disse l'"esperto" meteo:

Unione Sarda:

...cosa è realmente successo ieri nel Cagliaritano dal punto di vista scientifico?

Alessandro Delitala (S.A.R.):

"Una larga parte della Sardegna Sud orientale, da Sarroch all'Ogliastra, si è ritrovata sotto un temporale gigante. Per spiegare meglio, di solito il fronte di una perturbazione meteorologica può arrivare al massimo a dieci chilometri, stavolta erano oltre cento ed è rimasto nella stessa posizione, spostandosi molto lentamente per molte ore. [...] Da un mese, la Sardegna riceve gli influssi di un anticiclone che ha portato temperature molto elevate, nettamente al di sopra delle medie stagionali. In queste situazioni anche la temperatura dell'acqua del mare è abbastanza alta, sempre rispetto alle medie statistiche del mese di ottobre. In questa situazione, l'arrivo di una perturbazione con una forte instabilità verticale e con aria più fredda nella parte alta, unita con la forte umidità, ha favorito il rimescolamento dell'aria. L'acqua del mare è evaporata per la temperatura, si è condensata diventando di nuovo liquida e precipitando al suolo con goccioloni molto grandi."

Vi risparmio il resto. Accontentatevi dei goccioloni.

E' sufficiente questo spezzone d'intervista per capire che queste parole fanno parte di un copione da recitare a richiesta usando un linguaggio per bambini anziché da scienziato serio e competente, minimizzando la gravità dei fatti e pensando, erroneamente, che i lettori siano tutti stupidi e creduloni.

Egli stesso dice che il fronte si è spostato molto lentamente per molte ore.
Perché allora non l'ha previsto? Era lì, davanti a tutti, pronto a scatenare l'inferno, invece? Nulla. Giusto un temporale senza altri fenomeni.

Se da un mese la Sardegna si trovava sotto gli influssi di un anticiclone, restando potenzialmente esposta a fenomeni catastrofici, perché nessuno l'ha previsto? Perché nessuno ha avvisato le autorità competenti? Come mai la Protezione Civile non era in stato di allerta? Come mai le foto satellitari di quei giorni sparirono per poi ricomparire (palesemente contraffatte) molti giorni dopo?

Il giorno prima della catastrofe, tutti i servizi meteo (tv, giornali, internet) ignoravano colpevolmente il disastro imminente.

Se non si fosse ancora capito, qualcuno sta coprendo nefaste operazioni di manipolazione climatica.

Buon Natale e felice anno nuovo... Dottore, noi stiamo piangendo i nostri morti, ancora caldi.

martedì 23 dicembre 2008

Silvio, ma quanto mi costi?

Nel 2003, l'Italia, con il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, stipulò un accordo di collaborazione con gli Stati Uniti denominato "Cooperazione Italia-U.S.A. su Scienza e Tecnologia dei cambiamenti climatici". Questo accordo, ufficialmente è volto allo studio dei fenomeni atmosferici, ma in realtà, come si deduce dai vari paragrafi del documento, implica la diffusione di sostanze chimiche dannose in atmosfera, tramite aerei opportunamente attrezzati, per verificare gli effetti delle stesse sulla biosfera. Il risultato di tale convenzione è la più costosa attività di tutta la storia italiana! Si tratta dell'operazione "scie chimiche".

Stando a calcoli eseguiti dal nostro gentilissimo lettore Paolo e da altri nostri collaboratori, siamo in grado di stabilire, con una buona approssimazione, che le attività aeree chimico-biologiche nei soli cieli d'Italia, costano 19 milioni di euro al giorno, quindi 6.935 milioni l'anno. E' una cifra astronomica, esorbitante! Con tutto questo denaro usato - si ricordi - per avvelenare la biosfera, nell'ambito di sinistri progetti bellici, quali e quante iniziative a favore dell'intera nazione potrebbero essere attuate?

Di fronte a tale vergognoso sperpero di ingentissime risorse, appaiono grottesche ed inammissibili le manovre finanziarie dei vari esecutivi, inaccettabili i drastici tagli a settori quali la sanità, l'istruzione, il sistema previdenziale, mentre crescono, nel contempo, le spese militari per missioni "umanitarie" nei quattro angoli del mondo, impianti radar, stazioni H.A.A.R.P., potenziamento degli arsenali, costruzione o ampliamento di basi, acquisto di caccia e di tankers etc. L'Italia è ai primi posti nel mondo per fondi destinati alla "difesa"! Siamo, tra l'altro, a conoscenza solo del bilancio ufficiale, poiché fuori bilancio altre risorse finanziare sono destinate alla costruzione di installazioni sotterranee, allo spionaggio elettronico, alla pletora dei disinformatori.

Non dimentichiamo la piaga del signoraggio, che risucchia il 100 per cento del gettito accumulato con le tasse pagate dai contribuenti, oltre a tutti gli sprechi nell'amministrazione (enti inutili, inefficienze nella gestione del denaro pubblico), i faraonici e scandalosi privilegi di ministri, parlamentari (non tutti), funzionari, amministratori di regioni, province, comuni, dirigenti di società…

Quale incommensurabile somma di euro è fagocitata da uno stato corrotto e diabolico che poi, per graziosa iniziativa di silvio, elargisce ai poveri una carta asociale del valore lillipuziano di quaranta euro al mese?

Quale incommensurabile somma di euro è impiegata non nell'interesse della collettività o di interi popoli che vivono nell'indigenza, ma per inquinare l'ambiente, diffondere patologie, controllare i cittadini, dietro l'ipocrita paravento delle provvidenze sociali e della promozione dello sviluppo economico o dietro il pretesto di iniziative volte alla protezione degli ecosistemi e della salute?

La prossima volta in cui il governo chiederà ai cittadini i soliti sacrifici per superare la difficile congiuntura, la crisi pianificata e causata dai globalizzatori di cui ministri e sottosegretari sono del tutto succubi, ricordiamoci di quanto e come è scialacquato il denaro dei contribuenti vessati e tartassati.

La prossima volta in cui qualcuno si lamenterà dell'esosa pressione fiscale che stritola aziende, imprenditori, artigiani, impiegati, operai, disoccupati, additiamogli uno dei tanti aerei della morte che incrociano sulle nostre teste: la verità è lassù.


Fonte: Tanker Enemy